Vodu Wango – Vodu Wango

Il nostro viaggio all’interno delle sperimentazioni musicali ternane continua. Il nuovo capitolo vede come protagonista questo gruppo di nome Vodu Wango.  I Vodu Wango nascono nel 2006, da un’idea di Manuel Costanzi (voce e chitarra) insieme ai fratelli Bergmann rispettivamente Lukas alla batteria e Maurizio al basso.  Nel 2010 il bassista viene sostituito da Francesco Frabollini (ndr Guerrra).

La loro dislocazione nelle cartine geografiche ternane è fittizia. Ci limitiamo a dire che provano i loro arrangiamenti e si autopromuovono in un interspazio territoriale umbro.  Ad un primo ascolto il loro stoner ha un’accentuata doppia personalità. La prima hard-rock disperata, logorata ed emaciata. La seconda riflessiva, introspettiva e condita da echi psichedelici.

La loro produzione musicale consta di un ep con 5 tracce che si chiama per l’appunto Vodu Wango (2011) ascoltabile nei link sotto. In queste canzoni si rilevano scatti nevrastenici e stati di desolazione. Il basso è l’elemento che capitaneggia il sound ossessivo dei Vodu Wango. Vi è il rifiuto all’assolo della chitarra e quindi al grunge, con la sostituzione di riff prepotenti e arrabbiati che con il drumming ci proiettano in un film le cui sequenze sono tutte colorate di viola acido. Praticamente il loro è un hardrock di matrice psichedelica che ha visto il nascere del metal negli anni ottanta. Vi sono anche giri di basso che mi fanno gridare al funky nelle canzoni che ho sentito.

Iniziano il loro lavoro con un’intro che si chiama “I Need” che ci fa rendere immediatamente edotti su quello che ci aspetta nell’ascolto del loro EP. Proseguono con Stoner Brother ovvero un manifesto programmatico del loro lavoro.

La canzone delle loro che preferisco è “Ingiusta” un implacabile stoner-rock che ha come caratteristiche principali il riff frenetico e il refrain da cantare a squarciagola. Una canzone allucinata, che alterna momenti di calma apparente a violente esplosioni, prima di lanciarsi nel finale in cui ritorna il vigore musicale psichedelico. Il resto del lavoro prosegue e si sente liscio come l’olio ma non mi cattura più di tanto.

Quando andrò ad un loro live, mi accerterò personalmente dei danni riportati alle orecchie dagli spettatori delle prime file dalle deflagrazioni del loro tappeto sonoro.

http://www.facebook.com/pages/Vodu-Wango/179735278736305?sk=info

http://www.myspace.com/voduwango

Leonardo Bartoli