Katastrofa

I Katastrofa sono un gruppo punk-hardcore triestino e fin qua ci siamo, ma questo ancora non vuol dire nulla.

Innanzitutto, per capire cosa significa Katastrofa serve capire un po’ cosa sia davvero la città nella quale questa realtà è nata, appunto Trieste. Trieste, oltre ad essere un parentesi oggettivamente magnifica della costa adriatica, oltre ad aver avuto una storia ed un passato roseo d’impero austro-ungarico, ed oltre a vantare un sacco di luoghi romantici dove poter andare, più o meno con serietà o sobrietà, a limonare, è anche una città di controversie e controsensi. Ci sono dei problemi che purtroppo Trieste da sempre ostenta e che, con rassegnazione, accetta: per quanto ci sia tanta gente che sostiene, con estrema delicatezza, che i triestini siano “i terroni del nord”, in quanto particolarmente casinisti e ‘festaioli’, comprendere, o meglio non comprendere, la vera essenza di Trieste e della sua gente, è onore di chi in questa città ci vive o ci è nato. Ho detto ‘comprendere, o meglio non comprendere’ in quanto Trieste, per molti versi, è incomprensibile: è una città esposta più di ogni altra in Italia ad un confine con un paese straniero, ma nonostante ciò fino a poco tempo fa manifesti categorici e ben poco benevolenti decoravano i suoi muri con il monito lapidario “Bilinguismo mai!”. Trieste è una città in cui la gente fa sì casino, ma che al contempo fa succedere meno di quanto potrebbe, rendendo spesso sterile qualsiasi forma di energia umana, che potrebbe essere utilizzata, invece, per creare nuove ed interessanti situazioni.

Di tutto ciò i Katastrofa si sono accorti, e hanno tradotto il loro disagio in una della realtà più significative e rabbiose del panorama musicale triestino. Katastrofa vuol dire quindi disagio, angoscia e rabbia. I Katastrofa usano il loro gusto tipicamente punk per portare alla luce problematiche, cittadine e non, palesi e gravose. Partendo dalla situazione locale difficile ed arrivando alla pura astrazione del concetto di odio verso le ingiustizie universali, i Katastrofa sputano in faccia di chi li ascolta versi grintosi, scanzonati ma diretti, ironici o meglio sarcastici, volgari ma mai a sproposito e, soprattutto, estremamente sinceri.

In realtà, per capire cosa significa Katastrofa, è necessario anche vedere questa band dal vivo: io ho avuto l’onore di vederli più di una volta, ed ogni volta è stata un’esperienza che non si vive in tutti i concerti. Il loro rapporto con il pubblico è estremamente diretto, l’impatto sonoro è estremamente punk, l’attitude al live incendiario è estremamente accentuata: il tutto è estremamente estremo.

Il loro cd, uscito ormai da un po’ di tempo, riesce comunque a far capire a chi lo ascolta la Weltanschaung di questa giovane band triestina: il pezzo che, a mio parere, per i motivi sopra indicati risulta essere il più rappresentativo è “Triste a Trieste”. Come il titolo stesso può far intendere, questa canzone è un grido di delusione e rabbia verso una città che non fa nulla per risolvere i propri problemi, che si rassegna alle sue stesse mediocrità, è un inno alla disperazione dovuta ad una popolazione che spesso invecchia man mano che la si impara un po’ a conoscere. Di spessore risultano essere anche “Solitario” e “Il Duomo in faccia”: in questi due pezzi emerge tutta l’anarchia e l’immediatezza del punk, la natura grezza delle sue liriche, dei suoi accordi e il suo atteggiamento sovversivo verso il mondo contemporaneo, che è spietato e spesso retrogrado. Per i triestini duri e puri si segnala “120 kg de baba”: è la canzone più scherzosa e ‘folkloristica’ dell’album, oltre ad essere anche quella che esalta di più il pubblico nelle situazioni live.

Avviandomi a concludere, ci tengo a dire una cosa su tutte: i Katastrofa sono una band importante. Importante perché di rara schiettezza e onestà, importante perché senza pretese di piacere a tutti i costi, importante perché una band è importante quando è una band vera. Per tutto questo, i Katastrofa sono qualcosa che ammiro, sono un’entità che mi piace e che mi piace pensare esista in questa città: una città di mare bellissima e incomprensibile, dove il rumore è muto ed il forte vento muove tutto ma, nello stesso momento, non muove nulla.

http://www.myspace.com/katastrofats

http://www.punk4free.org/component/content/article/9-free-album/1944-katastrofa-2010-katastrofa.html

Pierpaolo de Flego