Peppe Marazzita

Il 21 ottobre dell’anno appena concluso esce per “La Fame Dischi” il primo EP di Peppe Marazzita “E’tutto gratis”. Ragazzo classe 1983, calabrese, che nel suo lavoro incarna le inquietudini e i pensieri sul futuro di molti suoi coetanei tra cui anche quelli del sottoscritto.

Armato solo della sua chitarra, abbraccia con la sua musicalità semplice, un genere diretto al cuore di chi ha orecchie “intelligenti e riflessive” per poter recepire il suo messaggio.

Il cantautorato italiano emergente ultimamente dopo un periodo di crisi, sta sfornando giorno dopo giorno degli artisti sempre più in gamba che mettono tutto loro stessi in quello che fanno, magari e soprattutto senza mezzi monetari astronomici.  La Fame dischi è fautrice della scoperta di molti di questi talenti (Maraglino, Are we Real?) artisti che mettono al servizio dell’ascoltatore semplicità che non vuol dire banalità bensì musica comprensibile, lineare con un testuale di evidente critica sociale.

Peppe Marazzita fa parte di questa elite di cantautori. Il suo EP “E’ tutto gratis” lo paragonerei a un “diario di un’ insoddisfatto intelligente”. Lo avvicinerei non tanto a Brunori per la consanguineità regionale che li accomuna, né per lo stesso tipo di capello ma soprattutto per il raffronto contenutistico dei loro lavori. Vi sono infatti personaggi nei loro lavori che purtroppo sono sempre destinati a perdere qualcosa. L’amore della loro vita, il lavoro o anche una piccola speranza. Siamo umani punto. Possiamo avere una temporanea felicità che deve essere bilanciata con il naufragare probabile dei nostri sogni.

Quindi  come affronta il problema Marazzita? Lo affronta serenamente cantando, senza piangersi addosso, ma facendo mente locale sulle disillusioni dell’essere umano in sé.

La canzone più bella del suo ep secondo me è l’ultima “Pa Pa”. Parla di un’ amore purtroppo non corrisposto. “Ogni giorno rinascevo dopo un mio funerale… “; “Poi un giorno vedo lui, stringe i denti e mi dice va” tutte concluse con l’onomatopeica che simula il fragore del suo cuore in quella delusione ardente “Pa-pa-pa-pa-ra”. Cenni di Troisiana memoria nel suo ”Pensavo fosse un amore invece era un calesse” che si riflette sul pessimismo della canzone.

La mia seconda traccia preferita è un pezzo più veloce e ritmico “Del Tempo Chiuso”. “Io piangevo, amavo e sorridevo” è una strofa abbastanza chiara sul tumulto di emozioni che animano le stabili ricerche di vane speranze che fanno parte per l’appunto del tempo chiuso del protagonista.

Apre il suo lavoro con “E’ tutto gratis” abile denuncia autoironica sul consumismo. Parla di merci improbabili da acquistare ricordando che basta un euro per essere arruolati.

Buon lavoro d’esordio di Marazzita, gran lavoro della Fame dischi che ogni giorno ci diletta con proposte musicali di ottimo avvenire.

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Leonardo Bartoli

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